venerdì 15 marzo 2013

Controllo ecologico delle arvicole

Sistema di difesa aria-terra delle colture


Dice il saggio: se vuoi sconfiggere un nemico prima lo devi conoscere a fondo....
quindi da questo autunno, ci siamo dedicati allo studio e osservazione dei micromammiferi che frequentano le nostre coltivazioni, nella gara “a chi rosica di più” si è attestato il primo premio l'arvicola del Savi, seguita con un buon margine di sicurezza dal topo selvatico.






                             Arvicola del Savi - immagine tratta dall'iconografia dei mammiferi d'Italia
 
 

                           Topo selvatico - immagine tratta dall'iconografia dei mammiferi d'Italia
 
  
Gli ortaggi che hanno ottenuto maggiori preferenze sono:

Cicoria catalogna – rosicchiamento dal fittone all'intero colletto della pianta in una sola con perdite del raccolto comprese sino al 30% in campo aperto e sino al 80% in tunnel, il che fa supporre che il caldo della serra stimoli l'appetito..

Cavolo verza – rosicchiamento a lato della radice e da lì verso l'interno sino a ricavare un vero e proprio confortevole alloggio all'interno del cespo, quella sì che è una casa ecologica a prova di crisi... va detto che la percentuale dei cavoli rinvenuti scavati è risultata essere molto contenuta e con valori che si sono attestati attorno al 6 %
 
Radicchio, lattuga, sedano e finocchio - su queste produzioni il danno è risultato irrisorio in quanto le percentuali degli ortaggi colpiti sono risultate al di sotto del 5%

L'arvicola del Savi è un simpaticissimo roditore di abitudini alimentari vegetariane, quindi dobbiamo tenere conto che è in linea con i principi della nostra Farm, ed è comprensibile che frequenti le nostre coltivazioni, è attivo sia di notte che di giorno.

Il topo selvatico è simile al topolino domestico ma caratterizzato da orecchie più grandi e occhi sporgenti che ricordano un po quelli del ghiro, è di abitudini prevalentemente notturne e a differenza dell'arvicola del Savi contempla nella sua dieta insetti, lumache e occasionalmente uova o pulli di piccoli uccelli, già solo per il fatto che contribuisce a ridurre il numero di insetti e in particolare delle lumache sono convinto che alla fine qualche ortaggio in fondo in fondo se lo sia guadagnato....

Qui attorno, ma come in molte altre realtà agricole e in particolare ortofrutticole, viene attuata una costante campagna di avvelenamento contro topi e arvicole, ricorrendo all'utilizzo di grano trattato con Chlorophacinone.
Le stesse pubblicazioni di settore riportano e cito testualmente: “che è importantissimo non interrompere gli interventi negli anni a seguire anche a fronte di assenza di danno per evitare recrudescenze del problema ...” le persone più prudenti se di prudenza si può parlare... hanno l'accortezza di inserire le granaglie avvelenate nelle tane dei roditori (sempre ben visibili) attraverso l'impiego di segmenti di canna di bambù, i più sprovveduti spargono le granaglie lungo i filari coltivati, esponendo così tutta la restante fauna e avifauna ad altissimo rischio di avvelenamento, senza contare che in entrambi i casi nulla viene fatto al fine di evitare che il veleno si irradi nel terreno e che presto o tardi ci finisca nel piatto...
Spesso mi capita di osservare le civette e l'allocco che si aggirano per fortuna ancora regolarmente da queste parti, cacciano a ridosso del fosso e nei prati dove c'è la siepe, ma come mai cacciano dove ci sono meno tane di arvicole e non cacciano presso le nostre coltivazioni dove le tane sono numerose? La causa era troppo ovvia perchè potessimo accorgercene... se non che una sera osservo una civetta che fa l'equilibrista per parcheggiarsi su un paletto in plastica per il filo che delimita il pascolo dei cavalli.....ecco cosa manca !!..... mancavano nient'altro che i posatoi, i rapaci notturni ma anche quelli diurni sono ghiotti di topolini e arvicole ma di norma si appostano sui pali o sui rami degli alberi per poter piombare loro addosso....presso le nostre colture mancano alberi e quindi posatoi, le piantine da frutta e quelle della nuova siepe sono ancora troppo piccole per fornire uno stabile sostegno....
Ora le nostre colture saranno delimitate da qualche palo in legno per agevolare il lavoro dell'aviazione.... una volta non si costumava dire “aiutati che il ciel t'aiuta”? e in questo caso è così l'aiuto arriva proprio dal cielo!.......c'è sempre un alternativa all'uso dei veleni …..


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